Chi c'ha una sigaretta e non me la vò dà,
gli possa morire il padre e la madre.
- Cosimo
gli possa morire il padre e la madre.
- Cosimo
L'altro giorno riflettevo sulla brevità della vita, che è tipo una pisciata di farfalla. Ci sono miliardi di ore di musica, miliardi di metri di pellicole in poliestere e miliardi di pagine di libri che non scoprirò mai. E' probabile che il mio libro preferito in assoluto, o così il mio disco, non me li godrò mai. Sarebbe bello poter disporre di più vite, in modo tale da potersi dedicare pienamente ai propri interessi, una vita dedicata alla letteratura, una al cinema, una alla figa e così via. Ma purtroppo questo non è possibile, e l'unica cosa che possiamo fare è razionalizzare il pochissimo tempo che abbiamo a disposizione prima di morire e cominciare a puzzare di metano e magnesio scatenando fuochi fatui.
Per usare una similitudine molto chiarificatrice: se fossi un compressore, mi piacerebbe non avere un volume nocivo, ma d'altra parte non potrei comunque comprimere quanto cazzo mi pare, perchè l'alta temperatura ha il difetto di fondere le cose e degradare i lubrificanti, poi la macchina grippa e sono cazzi. Non potrei neanche essere un compressore a più stadi, proprio per l'impossibilità di una reincarnazione cosciente. Le trasformazioni isoentropiche purtroppo restano un sogno.
Quello che ci resta da fare quindi è di puntare ad avere un rendimento vitale il più prossimo possibile all'unità, minimizzare le perdite, gli attriti e le rotture di coglioni.
Per usare una similitudine molto chiarificatrice: se fossi un compressore, mi piacerebbe non avere un volume nocivo, ma d'altra parte non potrei comunque comprimere quanto cazzo mi pare, perchè l'alta temperatura ha il difetto di fondere le cose e degradare i lubrificanti, poi la macchina grippa e sono cazzi. Non potrei neanche essere un compressore a più stadi, proprio per l'impossibilità di una reincarnazione cosciente. Le trasformazioni isoentropiche purtroppo restano un sogno.
Quello che ci resta da fare quindi è di puntare ad avere un rendimento vitale il più prossimo possibile all'unità, minimizzare le perdite, gli attriti e le rotture di coglioni.
Proprio a via di questi ragionamenti, l'altro giorno andavo al tirocinio, comodamente seduto in un mezzo pubblico, leggendo estasiato I miserabili di Victor Hugo che, ammetto, non avevo mai letto e che ho comprato da un negro a tre dicasi tre euri. Non credo esista modo migliore per spendere il denaro se non sui libri; musica e video ormai sono di ottima qualità nella loro versione digitale poco legale*, ma leggere su uno schermo è una cosa blasfema e andrebbe vietata per legge. A chi legge usando Ebook o Ipod (che, tra l'altro, ancora non ho capito che cazzo sono e neanche mi interessa) lo Stato dovrebbe obbligare a ficcarsi su per il culo un intero volume de Il Signore degli Anelli, ovviamente con copertina rigida cartonata a spigoli vivi e rilievi in metallo.
Insomma, leggevo con tranquillità e portavo il mio rendimento vitale a un buon 0.88, quando sale sull'autobus un mio collega del tirocinio, che neanche ricordo come cazzo si chiama, e subito siede accanto a me e comincia a stuprare la mia intelligenza con frasi tipo 'come va?', 'fa caldo oggi', 'oggi proprio non mi va di andare a tirocinio'. Io lo guardavo e rispondevo con cenni del capo e sorrisi impercettibili, pronto ad approfittare di un suo attimo di silenzio per sprofondarmi di nuovo nella mia lettura e non incularmelo minimamente, consapevole però di come il mio benessere fosse ormai definitivamente compromesso. Lui invece no, sembrava non cogliere i leggeri messaggi subliminali che il mio SILENZIO TOTALE voleva trasmettergli, e continuava quindi a parlare del più e del meno, del terremoto in Giappone, della fregna che lo ceca, di Alessandro Del Piero, mentre io continuavo a guardarlo con finti sorrisi e la mia mente immaginava il modo più divertente con la quale volevo vederlo morire.
La prima cosa era ovviamente centrata sull'improvvisa esplosione della sua testa, con migliaia di pezzetti di cranio e frattaglie che si spargevano in ogni dove, vecchie che urlavano, l'autista che si gira impaurito e tampona la macchina che lo precede, sangue che cola dai finestrini, ed io basito ricoperto della sua materia cerebrale che cola sulla mia faccia al punto da non riuscire a frenarmi dal darmi una leggera leccata sulla guancia. Ma anche la storia di un pezzo di metallo che si staccava dal veicolo per conficcarglisi in un occhio, con lui che urlava disperato e sbigottito correndo avanti e indietro per poi sbrattare sangue su una bambina delle elementari con lo zaino Invicta pieno di scritte a pennarello nero.
Questo anche perchè l'esimio collega non era un ingegnere o un fisico, degno quindi di stima, ma uno psicologo, abietto degenerato essere indecente infame sgorbio schifoso esecrabile ripugnante indegno di credibilità universitaria che deruba fondi per la ricerca scientifica, sottraendoli in maniera spregevole lurida vile sconcia immonda e turpe a chi la merita veramente.
Quindi la domanda finale è stata: perchè, a che serve continuare a mantenere rapporti sociali che sono sostanzialmente inutili e mi allontanano dall'avere un rendimento accettabile? A che scopo buttare via la mia pisciata di farfalla a causa dello status di dover socializzare con altri esseri viventi?
A parte per un pochino di figa, ovvio.
Senza prolungarmi oltre, sono arrivato a capire perchè è purtroppo necessario socializzare, anche a scapito di un miglior rendimento.
Primo, potrebbe esserci una invasione di zombie, ed è risaputo di come chi resta solo viene subito inculato.
Secondo, e cosa ben più importante, c'è il rischio di fare la fine di Henry Akeley che, come scrisse egli stesso in diverse epistole ad Albert Wilmarth, 'non ho avuto contatti con nessuno per anni' e quindi fu costretto ad affrontare da solo i funghi di Yuggoth, creature extraterrestri adoratrici di Nyarlathotep, diventando quindi vittima dei loro atroci esperimenti.
Non mi vengono in mente altre utilità sul socializzare.
* A proposito di poco legale: l'altro giorno riguardavo il dvd de L'alba dei morti dementi e mi sono dovuto sorbire quella inutile pubblicità antipirateria che tutti conosciamo: non ruberesti mai un auto, dice. Non ruberesti mai una macchina? Cazzo se la ruberei, idioti.
1 Comment:
Bravo, solo gli ingegneri meritano di vivere.
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