27.2.13

Prosopopea e presupponenza


Introduzione: mi connetto, apro questo merdaio e mi ritrovo la bacheca letteralmente invasa da stati di gente intristita, che dispensa verità assolute da oracolo e ipotetiche nonché sicure soluzioni. Dico io, oh, ma che cazzo volete? Tutti intenti a condividere le vostre foto fighissime su questo merdaio o tutti i dettagli delle vostre patetiche esistenze e poi, tra una fotina e l'altra, ad un certo punto, vi sentite paladini della mia sacca scrotale e dispensate perle di saggezza. Ma chi cazzo siete? Questo è un paese morto da decenni e non saranno le vostre puttanate populiste o i vostri eroi di cartone a salvarlo. E voi siete parte integrante di questo merdume. Sì, proprio voi, con tutte le soluzioni in tasca. Voi, sì, che avete votato i salvatori della mia cappella. E anche voi che non avete votato, salvo poi venire in questo merdaio virtuale ad insegnare al mondo come vivere. Non siete merda, né cioccolata. Siete semplicemente lo specchio di questo paese finito da una vita: il nulla più assoluto. Questo siete e questo resterete sino alla fine dei vostri giorni, nonostante tutti i preziosi link salvavita che condividete, nonostante le fotine col bicchiere in mano, coi tatuaggi nuovi, con le tettone in mostra o in compagnia di persone troppo giuste. Siete troppo impegnati a saturarvi di sborra la vostra vita infame e vuota, talmente vuota che rimbomba. E allora daje di sborra, ma il vuoto lo sentite uguale. Non siete un cazzo. Siete il nulla. Siete statistica. Siete un peso. Siete animali da compagnia. Alzatevi da quella cazzo di sedia, guardatevi allo specchio, pensate a chi/cosa siete e datevi l'ovvia risposta: sono ciò che faccio, cioè il nulla più assoluto. E una volta fatto questo, visto che di fare la scelta giusta - cioè suicidarvi - proprio non volete saperne, fatevi qualche fotina figa da far commentare agli amici, ficcatevi una mano nel culo o fate il cazzo che volete, purché smettiate di lamentarvi, ché siete ancora più penosi del solito. Sedetevi e aspettate, aspettate e ancora aspettate il prossimo padrone che vi butti gli avanzi. E fatelo in silenzio, ché avete rotto il cazzo.




Da oggi aggiorno ogni tre giorni. Tornate a me, figli miei. Non ho scritto niente ultimamente perchè è uscito il nuovo, magnifico, fantasmagorico, disco di Franco Battiato.


Quando metti su Apriti Sesamo sembra più o meno tutta la musica di cui hai bisogno: pop coltissimo ben fatto e ben ragionato e senza una nota fuori posto, è bello anche che qualcuno i dischi li faccia con criterio. La musica tira da ogni parte possibile: ci sono gli archi, ci sono accenti più pesanti, ci sono le canzoni, fa stare bene, gli arrangiamenti sono ricchi enormi, non c’è una nota fuori posto. Verso la traccia quattro cominci a soffrire perchè da un lato vuoi ascoltartelo tutto, dall'altro vuoi già ricominciare per risentirtelo da capo. Ed è da questo concetto che poi dal disco non riesci a uscirne e lo ascolti ininterrottamente per mesi.

A impressionare più di tutto il fatto che questa musica arrivi dalla testa di uno con decenni di carriera e decine di uscite alle spalle, comunque ancora in grado di partorire dischi che sembrano incisi dopodomani, pisciare addosso a chiunque. Che gli dèi lo conservino.

Che poi Franco questo disco neanche lo voleva fare, non gliene frega più un cazzo della musica. Ma lo avete visto ai concerti? La prima mezz'ora se ne sta lì, sul palco, a guardare il pubblico completamente a disagio e fuori luogo, con un'espressione da ma non lo vedi che non voglio stare qui? Voglio stare a casa mia, da solo, a giocare alla Playstation 2.
Solo che a un certo punto arriva la telefonata dal produttore della Sony, che io immagino essere una specie di Mario Brega,

'Pronto?'
'Ah Franco, sò Mario, quello della Soni miusic! Ah Franco, qua te stamò a pagà e te sò sette anni che non fai 'n cazzo!'
'Ah, allora oggi pomeriggio mi ci metto e riarrangio qualche vecchio brano'
'Ah Franco ma me stai a cojonà! L'hai già fatto Franco mortacci tua!'
'Faccio un disco di cover'
'Ah Franco, ah Francoooo, AH FRANCOOOOO! Mortacci tua ne hai già fatti tre di dischi de cover! Fleuers uno, Fleuers due e Fleuers bucio de culo! Ah Franco nun me fa encazzà per dio, tu devi da fa er disco de inediti Francooo!'
'Va bene, datemi sei mesi'
'Ah Francooooo, c'hai avuto sette anni mortacci tua! Sto disco deve da uscì a Natale, m'hai capito? Chè i dischi se vendono solo a Natale mannaggia dio!'
'Ma mi ci vogliono due mesi solo per dipingere la copertina'
'Ma chi se l'incula la copertina Franco! Abbi fede ce mettiamo tutta na robba de colori alla cazzo de cane tipo arcobaleno! Fidate Franco, la gente apprezza, è regolare! Me raccomanno eh, ce sentimo, bella lì e salutame coso lì, come cazzo se chiama, er vecchio, Sgallombro'

E così:
Colori alla cazzo


Ma commentiamo un paio di frasi con cui i pervertiti sessuali arrivano qui sopra:

sei un frocio
Allora:
1) Rivedo abbastanza spesso il film (500) giorni insieme perchè Zooey Deschanel è bellissima e, durante la visione, mi ritrovo con i lacrimoni.
2) Non ho mai negato la mia passione per Lady Gaga, che considero una Artista completa. Attendo con ansia, ed aspettative relativamente alte, il terzo disco ed il suo ingresso nel Cinema in Machete Kills.
3) Mi piace la musica emo italiana, soprattutto quando parla di ammmore.
4) Tra i miei romanzi preferiti in assoluto spiccano in posizioni elevatissime Orgoglio e pregiudizio e Cime tempestose.
5) Ho una maglietta a righine rosa e viola sopra la quale metto una tshirt viola e argento con disegnato Silver Surfer.
6) Ho guardato tutte le serie ed i film di Sex and the city, ridendo come una birichina alle battute di Samantha.



Ma ora fatemi dire una cosa su Sex and the City. Tantissime donne ne parlano come di un telefilm per donne. Un telefilm femminista. Ecco, sì, insomma, ci vuole demenza. C’è da essere oggettivamente cretine. Un gruppetto di donne con quattro neuroni a testa che vengono ridotte al trinomio tacchi alti/ pompini/ vibratori. 
Questo è il femminismo? Questa è la vostra vittoria?  Vi siete prese la minigonna e la libertà di darla in giro con meno sensi di colpa, ma anche la ceretta brasiliana e l’implosione della virilità in una bolla di proto-maschi effemminati, terrorizzati dalle donne cosiddette emancipate.  Siete evolute dalla condizione di angeli del focolare e, sotto una spossante e costante sollecitazione alla perfezione personale e sociale, vi siete trasformate in flagelli del demonio: incazzate, nevrotiche, acide, impegnatissime, ciniche, stronzamente complicate e, nei casi migliori, sole, con una sindrome premestruale che arriva a durare 20 giorni al mese e che può essere sfogata al massimo piangendo.
Da casalinghe siete diventate DIVORATRICI DI SCROTI SOTTO SALE.
E sia ben chiaro, care donne, che non è dicendo la parola pompino o parlando apertamente di sesso o dando il culo che dimostrate la vostra parità. La donna, qualunque cosa faccia o dica, anche che solo alzi un sopracciglio, scatena pulsioni – in noi masculi sensibili – che vanno al di là della semplice lettura del gesto di interprete. Ogni gesto della donna non finisce mai lì, ma scatena – nel masculo sopraddetto – il pensiero che possa essere il gesto di una ninfomane, a prescindere dal significato narrativo di esso. In quanto noi – masculi sensibili – vi vogliamo tali e solo così vi vogliamo trasporre. Quindi: VOI DONNE SIETE TUTTE PUTTANE, e basta. Non se ne esce. Potete fare dire non fare non dire quello che volete, ma puttane siete, e puttane rimarrete.

 

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