22.10.11

Nel frattempo sulla Terra

16.10.11

I facinorosi dei centri sociali

La cosa più difficile da fare nello sviluppare una tesi di laurea consiste nello scrivere i ringraziamenti. Guardavo quel foglio bianco con paura crescente, e quindi alla fine decisi di non scrivere un cazzo. Molto semplice e molto ingegnere come cosa. Poi, una mia amica laureanda, con le tette enormi e l’intelligenza di un calamaro delle Filippine, mi fece notare che sarebbe stato necessario per lo meno ringraziare, nell’ordine, la Dottoressa del reparto in cui ho lavorato, la Relatrice, la coRelatrice e la Tutor. Probabilmente aveva ragione, ma ciò non toglie che io non sapevo cosa scrivere. Ho quindi preso una vecchia tesi ed ho semplicemente copiato e incollato i ringraziamenti, ovviamente cambiando i nomi e tagliando tutta la parte finale, nella quale si ringraziava pressoché chiunque, amici delle medie, del liceo, dell’Università, parenti, nonni vivi, nonni morti, nonni cosìcosì, addirittura una zia sudamericana. L’ultimo paragrafo era questo:

‘Ma soprattutto ringrazio Filippo, che mi ha guidato per tutta la durata di questo lavoro, aiutandomi in tutti i momenti difficili sia professionalmente che umanamente rendendo questo percorso ancora più piacevole’

Dovendo inviare via mail la bozza definitiva della tesi alla mia Tutor, per farle fare una risata, ho aggiunto ai miei ringraziamenti questa frase:

‘Ma soprattutto ringrazio il TETRACANNABINOLO, che mi ha guidato per tutta la durata di questo lavoro, aiutandomi in tutti i momenti difficili sia professionalmente che umanamente rendendo questo percorso ancora più piacevole’

Il fatto è che quella era, appunto, la bozza definitiva: ogni singolo paragrafo era già stato corretto e migliorato decine (e decine) di volte, sia dalla Tutor che poi dalla coRelatrice; le uniche modifiche riguardavano cazzatelle come ingrandire una immagine e, più in generale, migliorare l’impaginazione del tutto.

Quindi la mia Tutor non ha riletto la tesi, l’ha solo sfogliata, mi ha mandato l’ok per la stampa ed ha inviato il lavoro alla mia amabile relatrice. Questa, l’onorevole Direttrice Naturale, Gran Mascalzon., Lup. Man., Pezz. di Merd. Dottoressa Barambani, ricevuto il file Tesi_Masticatore_Escrementi_Matr.Tot, non l’ha nemmeno aperto e l’ha subito rigirato al database del Dipartimento, nel quale vengono conservate tutte le tesi fatte.

Dov’è che voglio arrivare? E’ che per i secoli dei secoli, nel Dipartimento di Informatica e Sistemistica de La Sapienza, verrà conservata una tesi nella quale, tra i ringraziamenti, un coglione cita spudoratamente la marijuana come totale fonte di ispirazione per la sua vita.

Sparare deodorante sulla vagina di Guendalina

Ho parlato spesso del Calabroleso su questo blog. Il Calabroleso è una religione. Il Calabroleso è; il nonCalabroleso non è. Il Calabroleso è l’uomo che non deve chiedere mai, un eroe, un bokor, il Calabroleso è lo ying e lo yang. Il Calabroleso meriterebbe una carica come senatore a vita o, come minimo, una statua in Campidoglio.

Il Calabroleso si è comprato un semaforo su Ebay (non giocattolo, attenzione, un semaforo vero).

Il Calabroleso organizzò una manifestazione contro la guerra, a Roma. Si presentò da solo. Immaginatevi questo tizio col megafono che, in piazza San Giovanni, sbraita slogan su quanto poco morali siano le mamme dei nostri soldati in guerra. Fu addirittura pubblicato su Leggo, il titolo dell’articolo era: ‘Esaltato manifesta contro la guerra’.

Il Calabroleso (che di mattina svolge con professionalità un dottorato di ricerca in filosofia sottopagato ma che gli consente di andare in Germania aggratise perché sta scrivendo un lavoro rivoluzionario su Karl Marx) si è comprato occhiali e bastone da cieco ed il pomeriggio va vagando per la Capitale tirando bastonate alle serrande o alle ginocchia di poveri malcapitati, che ovviamente non hanno il coraggio di prendersela con un povero e sfortunato non vedente.

Perché ne sto parlando? Perché, proprio mentre scrivevo questo post, il Calabroleso mi ha mandato un sms che, in barba a qualsivoglia legge della privacy, riporto integralmente qui per voi:

CRISTO LAVANDINO!!!!! NON PUOI CAPIRE COSA HO FATTO E’ INIMMAGINABILE

Spero solo che, dato quello che ieri è successo a Roma, il mio eroe non sia finito in galera.



11.10.11

Anniversari

Seconda liceo. Io in Inghilterra non ci volevo andare per rincontrare il Calabroleso o stare con gli amici o imparare l’inglese. Ci volevo andare per provarci con la ragazza di cui ero follemente innamorato. La mia prima cotta pesante. La mia prima sbarellata. Sapeva suonare la chitarra, conosceva gli Smashing Pumpkins e mi fece conoscere White Pony. Si metteva le Converse. In realtà piaceva anche al mio migliore amico. Ci provavamo entrambi, insieme. Alla fine nessuno dei due la conquistò. Si mise insieme a un coglionazzo con la cresta e una ventina di magliette dei Nofx.
Io in Inghilterra ci sono andato per provarci con lei, senza Sean in mezzo ai coglioni.

Lei si portò tre amiche, che ovviamente conobbi.
Dopo due giorni di marcatura stretta successe che, tipo telefilm, mi innamorai pazzamente di una sua amica. La mia prima cotta se la prese molto a male, ma che cazzo vuoi che ti dica, è un anno e mezzo che ti faccio il filo, potevi pensarci prima, non è colpa mia se ho conosciuto questa stangona bionda con gli occhi azzurri alta quanto me.
Il grande sogno nordeuropeo.

Queste tre ragazze io le chiamavo Mamma, Sorellona Grande e Sorellona Piccola. Non chiedetemi perché, non me lo ricordo. Sul cellulare ce le ho ancora salvate così, e infatti il numero di mia madre è memorizzato come Mamma Vera.

Mamma era la stangona bionda.
Sorellona Grande era un’amica.
Tu, Sorellona Grande, sei stata il mio primo amico femmina.

Forse perché ci smezzammo il primo pacchetto di sigarette della nostra vita.
Forse perché andavamo d’accordo su tutto.
Forse per come mangiavi lo yogurt, col cucchiaino al contrario. Non è normale.

Forse perché stavi ore ad ascoltare le mie adolescenziali pene d’amore, tipo: a me Mamma piace un sacco, giuro, me la sposerei domani, ma quella proprio non mi si incula per niente. E tu che mi dicevi che c’avresti pensato tu, stai tranquillo, mi dicevi di dirle questo e di dirle quello, di farle questo e farle quello. Di non fare mai questo e non fare mai quello. E io prendevo appunti.

Forse per il tuo culo. Bello sodo, di marmo (già che siamo, diciamocela tutta).

Forse perché una volta mi hai detto di comprarle quel tipo di fiori. E io quei fiori li comprai, solo che la stangona bionda mi disse:
‘Di tutti i fiori del mondo, mi hai comprato gli unici che mi fanno schifo’
E tu sullo sfondo che ridevi, e io con sti fiori di merda in mano che a Londra costavano veramente tanto e per comprarli ero stato mezz’ora a gesticolare con un magrebino che l’inglese lo sapeva peggio di me.
Ai wuld laic det flauars over der. No, no. D aters. No. Ap. Ap.

Forse perchè una sera io ed El Prezio ci vestimmo da donna e tu mi prestasti il tuo reggiseno rosso, e ci mettesti dentro due grosse mele verdi. Avevo un bel paio di tette, un po’ come le tue (già che ci siamo, blabla).

Forse perché una volta ti distrussi per gioco la tua maglietta preferita e allora tu mi hai nascosto due buste di burro nelle tasche dei pantaloni bianchi. Eravamo in gita fuori porta tutta la giornata in questa cazzo di casa di qualche scrittore inglese famoso e dopo mezz’ora quelle cose si squagliarono e andavo girando come se mi fossi pisciato addosso, puzzavo di burro a chilometri di distanza, i documenti al burro, le sterline al burro, le sigarette al burro.

Forse perché una sera hai riorganizzato tutti i posti letti del gruppo per far si che, per puro caso, io e la stangona bionda ci ritrovassimo a dormire nello stesso letto. La mia prima notte a letto con una donna.

Poi, io e la stangona bionda ci siamo messi insieme.
Poi, io e la stangona bionda ci siamo lasciati, e ci siamo tutti allontanati.
Nuovi amici, università diverse, città diverse.

Raramente ci incontravamo e ci dicevamo che dobbiamo fare una serata dobbiamo fare una serata dobbiamo fare una cazzo di serata tutti insieme.
Poi c’è stato il terremoto a L’Aquila e sei morta.

2.10.11

I polimeri ad alto peso molecolare del glucosio

'Ahò! Io scopo coi Morbid Enghel de sottofondo e
i sessantaquattresimi li pijo tutti!
Daje death metal porco Dio!'

- Fabio
'Aorco Dio ho dato na botta ar nervo daa suocera'
- Simone

Innanzitutto ne approfitto per rispondere a Ibrahim che mi ha scritto un commento su un vecchio post e che ho letto solo ora. Ti rispondo qui: sono d'accordo su ciò che dici, gli Opera IX tentarono di creare una sorta di via locale, regionale, al black metal, almeno prima che arrivassero una serie di norvegesi de noantri a parlare di montagne innevate mentre abitavano a sei metri dal mare. Ma pure i Forgotten Tomb sono un gruppone, sono stati i primi, insieme agli Shining, a formulare il cosiddetto depressive. Effettivamente dopo l'uscita di Cadaveria gli Opera IX non se li è più inculati nessuno. A questo punto citiamo i Cadaveria, soprattutto il secondo disco, metal estremo praticamente incatalogabile con tanto di paraculissima cover delle Blondie. A me Cadaveria mi arrapa, comunque. Sto scaricando i dischi da te consigliati, ti farò sapere. Di fearbringer io ho ascoltato solo Le notti del peccato, e mi fece veramente schifo al cazzo con quella drum machine programmata malissimo.
Comunque il miglior gruppo metal italiano restano i Kurnalcool, discografia completa immediatamente.



Comunque, ho cominciato le nuove lezioni all'università, tra le quali Chimica III. Comprendere l'ordine del mondo è una necessità umana incontrollabile. Molti considerano la chimica come una materia ostica (e questo è vero) e brutta. Questo non è assolutamente vero, soprattutto se ti ritrovi a lezione una professoressa come la mia, della quale non perderò mai una lezione. Ecco la perla con cui se ne è uscita oggi:

'Pe favve capì, l'artro giorno so annata a compramme na vaschetta de gelato e c'ho fatto mette er ghiaccio secco sinnò me se squagliava. Che succede quando apri aa scatola? Succede che er ghiaccio fuma, sublima direbbero i sacri testi de a Chimica.
E perchè fuma?
Perchè er solido anidride carbonico è tarmente scrauso che er cristallino se sbraga e diventa areiforme.
Ahò! Me pare ovvio che se all'esame me dite che er solido è scrauso ve boccio tutta a vita'

Poesia. Un pò come il professore di Meccanica e Macchine, che un giorno se ne uscì con un terremotante:

'Ahò! Negli anni '80 ai venezuelani gli americani non je o facevano usà er petrolio. E pe imparasse a usallo i venezuelani sò venuti aa Sapienza, sò venuti da me. E je l'ho 'nsegnato io a costruisse e turbine, coe carrucole e coi pezzi de fero, mica coi compiuter come fate voi, che der concetto de 'ngegneria non c'avete capito popo n cazzo'

 

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