30.11.11

Energia di legame

All'Università, nel mio corso, siamo al più una quarantina di persone. Logica vuole che, essendo in poche decine, ci si conosca tutti. Questo è assolutamente vero tranne che per me, che interagisco, parlo e ho rapporti con sole otto persone, e sono pure troppe, dato che due di queste sono essenzialmente inutili. Tutti gli altri, per me, Berkeleyanamente, dato che la mia esperienza equivale al mondo, non esistono. Sono agglomerati molecolari che vagano casualmente nello spazio nell'attesa di raggiungere il massimo valore entropico.

Poi, qualche giorno fa, guardandomi in giro in cerca di Nicolò, vedo lei: senza ombra di dubbio tra le cinque ragazze più belle che io abbia mai visto, ma diciamo anche quattro, dato che una ha perso le gambe. Come ho fatto a non averla mai notata.


Mi accorgo subito però che questa meraviglia sia nettamente diversa da me; non so, io vesto alla cazzo di cane, lei, che subito dopo ho scoperto essere di origini inglesi, è la classica inglese. Precisina, perfettina, un maglioncino grigio che costa più della mia stessa vita, accessori, una camminata regale con sculettamento a destra, non un capello fuori posto. I suoi stupefacenti capelli neri lunghi e liscissimi, quasi innaturali. Io c'ho una maglia a strisce orizzontali grigie e arancioni fosforescenti, roba abominevole.

Però noto che non porta i tacchi, cosa per me essenziale. E' più forte di me, è una mia fissa, una ragazza coi tacchi io la declasso immediatamente di almeno sei rami della scala evolutiva. Quindi mi innamoro all'istante, cosa che a me succede sempre.


Splat, splat, splat fanno i giorni, umidicci, che trascorrono.


Entro in aula. Una delle mie conoscenze inutili mi nota e fa subito cenno di avermi conservato un posto in seconda fila. Crepa figlio di puttana penso; grazie dico. In quarta fila, sulla sinistra, un pò per cazzi suoi, vedo la mia Madonna e i suoi liscissimi capelli neri. Mi siedo accanto a lei. Noto immediatamente due particolari che la fanno zompare in prima posizione:

(ha il cervello alla rovescia:) è mancina; si mangia le unghie.

Quando scrivo queste cose non so se chi legge mi capisce, avendo anch'egli fissazioni simili, o mi immagina come un povero pervertito che si chiude in stanza per mangiare le proprie feci, mentre guarda video di gente che si da fuoco al pisello. Ma tant'è.

Poi sorge un dubbio: io e lei non abbiamo niente in comune, apparte che siamo ingegneri. Che cazzo le dico? Di attaccare bottone parlando delle solite stronzate sull'Università, argomento tipico degli universitari che non hanno un cazzo da dirsi, non ce la faccio, mi sento stupido. Ma non credo che lei abbia gusti simili ai miei, non credo abbia il mio spiccato senso dell'ironia e non credo che frequenti gente anche lontanamente simile a quella che frequento io. Probabilmente lei ascolta stronzate come i Coldplay; io, tra Beatles e Rolling Stones, scelgo gli Slayer.

Che cosa potrei dirle?

Che ho un blog che si chiama Draghi e ditalini?

Che il mio conquilino Negro è stato arrestato mentre regalava cornetti Algida in piazza San Lorenzo?

Che la mia Padrona sta decidendo, insieme al padre, in quale stanza è meglio coltivare marijuana?

Che sul mio pc ho almeno 20 giga di porno con gente malformata che scopa?

Che il Calabroleso conserva fiale di sperma in frigorifero?

Che uno spermatozoo contiene 38 megabyte di informazioni genetiche e che quindi una sborrata consiste nel trasferimento di 1600 Giga in tre secondi?

Di che cazzo le parlo? Del Coppini?

Di quando gli hanno pompato aria nel culo?


No, ho il lieve sospetto che rimarrebbe, come dire, basita. Nel frattempo la professoressa è entrata in aula e ha cominciato la sua lezione scrivendo alla lavagna formule matematiche terrificanti, sia per qualità che per lunghezza; la donna ideale prende appunti tenendo in mano la penna in modo fantascientifico. Ormai l'unica cosa sarebbe sussurrarle una battuta, una conversazione sarebbe infattibile. Ma che cazzo le dico? Non abbiamo niente in comune, apparte che siamo ingegneri. Apparte che siamo ingegneri. Siamo ingegneri. INGEGNERI.

Respiro profondo. Preparo un sorriso. Le dico:

'Hai più cheratina delle setole dei maiali'

Si volta. PANICO TOTALE. Sorride. Ride. Fa per rispondere.

La professoressa:

'Tu! Ti chiami Masticatore, vero? Se non la smetti de fa chiasso, te tiro sto pennarello te faccio un ficozzo'


Ecco di cosa parleremo, dopo. Di che cazzo è un ficozzo.


Flavia io ti amo. Flavia hai il sorriso più bello e timido e solare che io abbia mai visto, voglio farti ridere per tutta la vita. Fra qualche tempo ti farò leggere questo post e riderai e ti commuoverai e faremo un bambino.

Lo chiameremo Coppini.

2 Comments:

Anonimo said...

Flavia, devi sapere che il Masticatore dice che hai la voce da trans

MdE said...

Basso/baritono più che altro. Oppure ha esagerato col dosaggio orale di testosterone.

 

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